Il docufilm di Riggi inaugura le attività della Fondazione Vincenzo Castaldo
“La strada verso Olympia” è stato proiettato nel prestigioso Auditorium Sant’Agostino di Benevento. Tante le persone intervenute, che alla fine della proiezione hanno applaudito calorosamente
Per me, e per l’intera famiglia de “La strada verso Olympia” (con me e con mamma Maura c’erano Nicola Palmarini, Claudia Di Lascia, Michele Bizzi, Carla Scalia e Piero Laurenzi) è stato un onore inaugurare a Benevento l’attività, rivolta al sostegno dei giovani, della Fondazione Vincenzo Castaldo. Iniziare parlando di disabilità e delle difficoltà fisiche, economiche e sociali che ancora comporta, ma indicando la strada della positività nell’affrontarla, del non pietismo nel parlarne e del riconoscimento come fonte di risorse, porterà senz’altro fortuna e lunga vita alla giovane Fondazione. Dietro la quale c’è la famiglia Castaldo. La gentilissima e fortissima signora Fausta Rosa, che ancora guida le Fabbriche riunite torrone di Benevento con un piglio manageriale da fare invidia ad un trentenne, e i suoi tre figli legatissimi agli insegnamenti del loro padre Vincenzo. Siamo stati accolti, con nostra immensa gioia, come ospiti di riguardo e abbiamo ricevuto tanta dolcezza. Non solo quella spirituale: in diverse occasioni, ma soprattutto durante la visita all’azienda, abbiamo gustato una serie di dolci e di prelibatezze tali da leccarci i baffi per mesi senza preoccuparci, per una volta, delle calorie ingerite! Il docufilm è stato proiettato all’Auditorium Sant’Agostino, un posto decisamente prestigioso. Le tantissime persone intervenute hanno assistito in religioso silenzio ma tributandoci, alla fine, applausi da brividi. Ed è stato particolarmente interessante ed emozionante salutare tutti. Ognuno ha avuto un complimento, una stretta di mano, un bacio, una storia da condividere. Alla fine della presentazione, quattro cantanti del Conservatorio Nicola Sala, dopo aver eseguito arie tratte da celebri melodrammi e canzoni del repertorio classico napoletano, hanno voluto dedicarmi “Dolce sentire”: ho ancora i brividi a pensarci perché, in rianimazione, quando pregavo lo facevo proprio con questo brano che, tante volte, ho cantato con il coro della chiesa del Sacro Cuore. Ma questo, le giovani cantanti del conservatorio beneventano non lo potevano sapere!
di Eleonora Riggi
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